CRITICA
«La prima suggestione d’impatto, nel porsi innanzi ad un’opera dell’artista Alessandro Gallo è quella di un forte e nel contempo drammatico senso psico-sessuale, diabolico, che si mette a confronto quasi per sfida all’infinito bisogno umano di tatto, di calore, di amore. Indubbiamente sapere esternare quanto detto non è abilità di tutti e soprattutto saperlo fare, ciò comporta un coinvolgimento emozionale profondo dunque Alessandro Gallo ha uno stile che ci repelle e che ci attrae, esso è un artista completo eterogeneo capace in arte di molteplici cose come dipingere, creare, scolpire, disegnare nella propria mente visioni che nessuno osa pensare, le sue fotografie entrano nella mente e nel corpo. Alex Gallo è un provocatore, un ideatore d’immagini, in una parola, un “coup de théàtre!”.»
Prof.ssa Carla Marino
Accademia Belle Arti di Torino – Membro Onorifico dell’ Accademia dei Dioscuri e Professoressa d’arte presso Accademia di Lettere-Scienze-Arte “Greci Marino” del Verbano. Fondatrice del movimento “Animismo
«In principio era Gallo”, cosi potrebbe cominciare un ipotetico testo sacro ispirato da Eros e da Thanatos, i duali. “In principio non eravi nè Silenzio, nè suono; nulla, salvo l’incessante Alito Eterno che non conosce se stesso”. Gallo parte esattamente da qui, fa risuonare questi spazi vuoti, dall’ardore del fuoco fa risorgere l’elemento femminile, legge l’eccedenza, fa scendere in basso tutte le schiere. Le mani nella Terra, ed è desiderio delle sue Tenebre è di risolversi nella Luce. Alex Gallo ci mostra attraverso i suoi occhi da bambino alchemico, attraverso l’obiettivo della sua macchina, talvolta fallico, innocentemente crudo, i segreti della Creazione, il senso della materia, la forma della sostanza. Ciò che coglie si lascia creare, mostrando esattamente se stesso, la sua propria natura; in questo l’unicità delle sue immagini, in cui i corpi trascendono nello spazio, si raccontano della loro composizione molecolare, della loro finitezza intrinseca ma proprio per questo spiccano il volo, pindarico, nell’illusione di un senso, verso l’espansione estatica.»
Rain D Annunzio – Artista
«Ciò che potrebbe apparire dissacrante, trova nella fotografia di Alex Gallo una sacralità ormai assopita e abortita. Le sue foto si imprimono e si avvinghiano all’osservatore che dopo poco risulta risucchiato all’interno di un mondo surreale quanto crudo e reale. Infatti la nudità delle Muse e il modo “sincero” in cui viene proposta la foto ne naturalizza il contenuto “sbattendoci” sotto gli occhi ciò che dovremmo essere ma che spesso rifiutiamo: l’eterno ciclo della rinascita dal ventre della madre. L’Artista infatti riguardo all’ultima selezione che l’ha tenuto impegnato e che ha intitolato “MACRO SACRED” scrive: “questa fotografia è INTRAUTERINA, sprofonda nei meandri del cervello e del nostro animo più recondito, frastorna la nostra mente, sconvolge ma anche ci emoziona, fa ritornare attaccati all’utero materno. Io personalmente la trovo si nuda e cruda, ma ha molto del romanticismo quindi affettuosa, tenera, nuovamente materna”. Simbolismo, Romanticismo puro e fisico, Surrealismo: “un reportage di divina potenza, erotico, istintivo, sovversivo e immortale, carnale e molesto”. La Donna è un elemento quasi costantemente presente nelle sue opere talvolta estremizzata nella sua sessualità, un nudo che non solo vuole esprimere il Bello Ideale delle forme e della Natura, ma che vuole essere chiave per penetrare nella sua Arte e nell’essenza stessa della donna. La Donna-Musa non è quindi uno strumento, ma è semplicemente espressione di se stessa. Il valore è aumentato grazie ai significativi dettagli sparsi (e talvolta nascosti) nella scena, che racchiudono spesso, insieme al titolo, una chiave di lettura addirittura iniziatica. Questo grazie soprattutto all’occhio del Fotografo-Artista che ammaestra e coglie la meravigliosa “foto” che si svela tra giochi di luci ed ombre, qui sta la bravura nel saper vedere ed udire dove altri non giungono. Lo spettatore è quindi ancora una volta catapultato all’interno dello scatto che immortala (nel senso più alto del termine) un’idea, espressione pura del proprio Daimon: una foto che non si ferma all’immagine proiettata da uno schermo, ma diviene di volta in volta manifesto per un’Arte che muta e cresce insieme all’Artista.»
Tratto dall’intevista «INTRAUTERINE di Alex Gallo» a cura di Luca Piccolo per WSF – Word Social Forum Art Magazine.
«Quasi tutti gli artisti si muovono su determinate coppie di opposti in apparente conflitto tra di loro. Concentrandoci su un soggetto spesso tendiamo a dimenticarci che l’opposto ne è anche l’aspetto complementare che gli dà un senso, come ad esempio è la morte con la vita o il sesso. La dualità su cui si muove Alex Gallo la potremmo definire una dissacrante sacralità. Le blasfemie immaginifiche che il fotografo raccoglie, divengono in realtà uno strumento per l’analisi e l’osservazione di ciò che ci circonda e ci abbraccia, spingendoci a concentrarci maggiormente sul Tempio Sacro che è il corpo. Un corpo quasi sempre lunare, femminile, intrauterino e materno. […]»
Tratto dal Volume «Mysterium Dolorosum”» introduzione di Luca Piccolo.
«…Colpiscono l’occhio e le viscere le fotografie di Alex Gallo, in arte “Revoltmasked”, che ritraggono corpi femminili con un’esplosiva potenza erotico/distruttiva, volta a delineare una visione simbolica e intrauterina dell’esperienza umana, racchiuse da cornici artigianali che accentuano la prepotente fisicità dei suoi lavori.»
Recensione di Giulia Maino sull’esposizione al Varvara Festival, Torino 2015.